La ragade anale è un
taglietto longitudinale che si verifica sul margine dell’ano. Percentualmente
l’80% delle volte è sul versante posteriore, quello che guarda il cocige, il
10% ai lati ed il 10% anteriore, verso lo scroto o la vagina. Questo taglietto
longitudinale, che nei termini inglesi viene anche definito ‘fissurazione’ è un
accidente molto doloroso. Di solito le persone che ne soffrono quando non vanno
di corpo, non scaricano, non hanno dolore, stanno bene, sono persone
normalissime. Al momento di andare di corpo sentono come se avessero un piccolo
taglio sul quale ci mettessero un grano di sale od un goccio di alcol. E’ un
dolore urente, che brucia. Anzi nella fase acuta è in tre tempi. Vi è un po’ di
fastidio e bruciore quando si va di corpo, vi è un intervallo libero dato dal
bidet o dalla doccia e poi riprende per alcune ore o tutta la giornata. Vi sono
dei giorni in cui si sta un po’ meglio e si dice ai propri familiari «sono
guarito» e invece il giorno successivo si ricade ancora. Così si forma la
cosiddetta ragade cronica.
La ragade anale, e questa
è una mia opinione, suffragata da 44 anni di attività chirurgica proctologica,
è la manifestazione di una malattia psicosomatica, cioè tutte le persone che
hanno le ragadi anali sono persone ansiose, le quali somatizzano ansia, stress,
affaticamento, variazione dell’umore, cambio di stagione, periodo premestruale,
surmenage (lo stress da iperattività) e tutte le cose occasionali che possono
capitare come malattie, incidenti, crisi affettive o economiche, traumi,
interventi chirurgici, etc.
Di solito queste persone
ansiose somatizzano in qualche organo bersaglio. Quali sono?
Elenchiamo quelli
dell’albero gastroenterologico (stomaco, colon sinistro, cuore, la pelle, i
capelli, i tic) ed anche lo sfintere anale interno. Quest’ultimo è
frequentemente una sede presa di mira dalla somatizzazione ansiosa. Nella mia
esperienza la somatizzazione ansiosa di una persona stressata che presenta queste
pulsioni, che non riesce ad equilibrare può portare, accompagnata, a volte, ad
una evacuazione un po’ traumatica, che da il “primum movens”, la prima minima
lacerazione, alla persistenza di questo taglio dolorosissimo.
Bisogna notare una cosa.
Quando la ragade fa male non sanguina mai. Invece quando vi è un
sanguinamento la ragade non fa male.
Perché questo? Perché quando c’è il sanguinamento vi è una lesione un po’
superficiale, si rompono i vasi, tra un intervallo e l’altro delle defecazioni,
tra una defecazione e l’altra, la ragade di solito tende a guarire. Ma nella
defecazione successiva poi si ha la lacerazione per cui si riapre. Quando è
molto profonda ed arriva a toccare le fibre dello sfintere anale interno allora
è molto dolorosa e non sanguina mai praticamente.
La ragade anale è,
diciamo, un evento che capita molto spesso, quasi come forma epidemica, nei
cambi di stagione; in primavera ed autunno c’è una frequenza veramente
notevole. Lo vedo particolarmente, per esempio, quando si ritorna dalle ferie,
a fine agosto o a settembre, già lì si presentano. Per prevenire questo,
bisogna innanzitutto sapere se si è predisposti a somatizzare, ovvero che la persona
si conosca come persona ansiosa o che somatizza (deve essere il medico a
dirlo). E’ molto difficile, ma in ogni caso per prevenirla bisognerebbe evitare
tutte quelle sostanze cosiddette ‘nervine’ (alcol, caffè, fumo, cioccolato,
cibi piccanti, the), i quali hanno un contenuto di sostanze che sovraeccita un
organismo già con un sovraccarico di tensione psico-fisica. Naturalmente la
somatizzazione è una cosa inconscia, non è che la persona sa quando e cosa
somatizzare, sono cose che capitano in modo naturale. Per prevenirla, sarebbe
consigliabile una igiene intima di riguardo utilizzando spesso l’acqua calda.
Abbiamo capito che l’acqua calda nello sfintere anale interno è importante
perché lo rilassa, lo detende, lo fa lavorare con più armonica relazione con
gli altri sfinteri che esistono in quel settore. Oltre all’alimentazione ed
alla dieta, è evidente che bisogna anche affrontare con un po’ più di filosofia
gli avvenimenti quotidiani. Dobbiamo comprendere che noi dobbiamo conoscerci ed
accettarci perché una persona ansiosa che somatizza, se si conosce, se sa quali
sono le proprie caratteristiche e si accetta, ha già smussato il 50% della
patologia che ne deriverebbe da una somatizzazione ansiosa. Bisogna pensare
anche di avere un’evacuazione non traumatica, cioè non le feci dure che vengono
emesse con sforzo e, a volte, anche con dolore e fastidio. Queste possono
provocare una lacerazione o comunque non far guarire una ragade mentre si è,
magari, in fase di trattamento.
La terapia medica adesso
consiste (oltre ad evitare sostanze eccitanti – alcol, caffè, fumo, cioccolato,
cibi piccanti e tè - , oltre ad evacuare in una maniera corretta e non
traumatica – feci morbide - , quindi con una dieta ricca di fibre come frutta,
verdura, minestre) anche molto spesso nell’applicare delle creme che possono
avere una azione miorilassante sulla parte dello sfintere anale interno. Adesso
sono in commercio per le ragadi anali acute dei gel e creme molto efficaci in
grado, in una buona quantità di persone, di ottenere dei risultati
soddisfacenti. Bisogna pensare che molto spesso, specie nelle donne, la
localizzazione di una ragade anteriore tende più facilmente a guarire. Le
ragadi croniche, quelle che praticamente inveterate, si contraddistinguono con
un aumento dei bordi della ragade, la presenza di una escrescenza esterna
definita “nodulo sentinella”, il quale non ha nulla a che fare con i noduli
maligni, i polipi; molto spesso all’interno vi è una papilla ipertrofica. In
questi casi bisogna assolutamente provvedere con l’intervento.
L’intervento consiste in
un’incisione laterale, fuori dell’ano di 3-4 mm. Si va a trovare lo sfintere
anale interno e a seconda della contrazione e dell’ipertono si fa una minima
sezione perché io sono interventista, ma taglio molto poco.
Supponiamo: se lo
sfintere anale interno è di 2,5 cm io taglio 1mm. Molto spesso nelle donne non
faccio neanche lo sfinterotomia, faccio l’incisione cutanea, vado dentro smusso
lo sfintere anale interno dalla mucosa e seziono, scollego il legamento di
Parks (che unisce gli sfinteri alla mucosa e sottomucosa). Questo serve a
detendere, a rilassare, a non avere una feroce somatizzazione ansiosa locale.
In oltre 44 anni di
attività e parecchie migliaia di interventi sulle ragadi mi sono convinto che
con meno si taglia o si tocca lo sfintere meglio è, faccio questo intervento
sempre in anestesia locale. L’intervento si completa con l’applicazione di una
sostanza colloidale batteriostatica ed emostatica dentro il canaletto che si è
formato durante l’incisione, lateralmente all’ano. Questa sostanza viene
espulsa dopo una o due evacuazioni e serve a proteggere dalla contaminazione
delle feci.
La mia esperienza mi ha
fatto propendere sin dall’inizio ad utilizzare il metodo “aperto” eseguito in
anestesia locale. Utilizzo pochi cc di carbocaina 2% con epinefrina ed alla
fine dell’intervento inietto profondamente, facendo interessare la branca del
pudendo, 10 cc di naropina che servono per una lunga anestesia. Praticata la
sfinterotomia si posiziona nella breccia questa medicazione che chiamo
“sigaretta”. E’ composta da tabotan – un composto di cellulosa rigenerata, a
volte ci metto dentro della polvere antibiotica che serve per completare
l’azione di protezione della piccola incisione dalla contaminazione delle feci.
Questo metodo applicato
correttamente su persone selezionate (sfintere anale molto contratto, ragade
cronica riacutizzata) comporta una guarigione con una percentuale altissima
(sicuramente il 95%). Questo perché vedono il benessere immediatamente, è una
cosa sorprendente. Quando conobbi a Londra al St Mark’s Hospital nel 1979 Sir
Alan Parks, l’ideatore di questo intervento, vedevamo prima dell’intervento dei
pazienti che non si potevano nemmeno toccare. Dopo l’intervento i pazienti non
sentivano alcun dolore. E’ incredibile che già alla prima evacuazione il
paziente non senta più nulla del dolore della ragade, avrà per qualche giorno
un po’ di disagio a sinistra dove è stato inciso e le precauzioni che io
consiglio di tenere è che il giorno stesso si possa stare seduti tutto il tempo
che si vuole; dal giorno successivo meno si sta seduti e meglio è. E’
preferibile alternare lo stare seduti (una mezz’ora) con lo stare in piedi (15
minuti), oppure, per chi deve usare la posizione seduta a lungo per lavoro od
altre motivazioni, è consigliabile prendere una ciambella pneumatica che abbia
la possibilità di tenere sospeso l’ano.
In 4-5 giorni si chiude
la ferita laterale dell’incisione e la ragade guarisce in 12-15 giorni.
Dott. Remo Andreoli
18 aprile 2019